Mentre si sta ancora cercando un accordo sulle regolarizzazione dei cittadini stranieri lavoratori in Italia, insieme ad altre organizzazioni e professionisti del settore immigrazione e asilo abbiamo sottoscritto un documento congiunto con richieste chiare e improrogabili.
Siamo davanti a un’emergenza dalla triplice dimensione: sanitaria, sociale ed economica. Dal punto di vista sanitario lasciare centinaia di migliaia di persone in condizioni di invisibilità, e di forzata indisponibilità ad effettuare uno screening sanitario, potrebbe comportare conseguenze disastrose per l’intera società, che vanno impedite adottando, come prima misura urgente, quella di consentire l’accesso al sistema sanitario, attraverso la regolarizzazione della loro presenza sul territorio.
Non bisogna dimenticare che la maggior parte dei migranti lavoratori irregolari sono sottoposti a lavoro paraschiavistico e al caporalato. Regolarizzarli darebbe loro la possibilità di svincolarsi dallo sfruttamento. Inoltre, se a questa misura si aggiungesse la possibilità di un permesso per ricerca lavoro o attesa occupazione, valido per tutto il periodo dell’emergenza per chi non ha oggi un lavoro, renderebbe regolari gran parte di quanti sono stati espulsi dal sistema di accoglienza, sono in attesa del riconoscimento della protezione (denegati ma ricorrenti), o sono in qualsiasi altra condizione che nella situazione attuale impedisce loro sia di rientrare nei propri paesi che di integrarsi attraverso il lavoro, anche a causa dell’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
La regolarizzazione non è un’opzione, ma una necessità che non può, tuttavia, essere effettuata sulla base di un permesso avente durata di pochi mesi.
Proponiamo:
- Di estendere la regolarizzazione anche ad altri settori economici oltre quello agro-alimentare. Non da meno lo sono il settore turistico alberghiero, la ristorazione, la logistica e l’edilizia;
- Di permettere che anche gli stranieri in possesso di un titolo di soggiorno regolare (e che magari già consente l’accesso al lavoro come nel caso dei richiedenti asilo) possano ottenere un permesso di soggiorno per lavoro, accedendo al provvedimento di regolarizzazione;
- Di prevedere che il lavoratore straniero regolarizzato possa cambiare mansione e settore di attività e che, in caso di perdita del posto di lavoro possa iscriversi nelle liste di collocamento per il periodo di residua validità del permesso di soggiorno, e comunque per un periodo non inferiore ad un anno. Ciò al fine di permettere alle persone di sottrarsi a condizionamenti derivanti da condizioni di lavoro inique o vessatorie, dare stabilità al lavoratore straniero e favorire una generale mobilità del lavoro.
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